AL GIARDINO “ROCCO SCOTELLARO” COLLEGNO E GRUGLIASCO HANNO RICORDATO I 100 ANNI DELLA NASCITA DEL SINDACO POETA

fpasquino
13 Aprile 2023

A 100 anni dalla nascita del sindaco poeta Rocco Scotellaro, le amministrazioni comunali di Collegno e Grugliasco e l'associazione culturale lucana “Rocco Scotellaro” di Grugliasco, Collegno e Rivoli”, hanno organizzato, il 18 aprile, alle 18, l'incontro, presso il giardino “Rocco Scotellaro” di Collegno, in viale Gramsci (ang. via Cesare Battisti), a cui hanno preso parte l'associazione “Ars in corde – Lo Scatolino” che ha presentato alcune letture dal titolo “La terra mi tiene” con Sara Alessandra Sottile alla voce e Giuseppe Alberto Codnik alla musica.

Un reading dedicato alle poesie dell'autore lucano accompagnate da musiche tradizionali della sua terra. Partendo dalle sue opere giovanili “Lucania” e “Nel trigesimo di mio padre” si è attraversato la sua attività lirica in un'atmosfera che richiama il legame con la terra: quella della Basilicata. Ricordando il suo impegno, sociale e politico che si riflette nelle sue poesie, il reading va in profondità della sua sfaccettata figura di uomo, poeta, contadino, sindaco di quel piccolo paese che lui con maestria decantava.

Sono intervenuti Francesco Casciano, sindaco di Collegno, Emanuele Gaito sindaco di Grugliasco e Salvatore Latronico, presidente dell'associazione culturale lucana “Rocco Scotellaro” di Grugliasco, Collegno e Rivoli.

 

Rocco Scotellaro di umile famiglia (il padre Vincenzo era calzolaio e la madre Francesca Armento sarta e casalinga, ma in grado di leggere e scrivere tanto da servire da scrivano del paese), dopo i primi studi, all'età di dodici anni, si trasferisce con la famiglia a Sicignano degli Alburni per iscriversi al collegio. In seguito si sposta a Cava de' Tirreni, Matera, Roma, Potenza, Trento e Tivoli, dove porta a compimento il percorso di studi classici.

Nel 1942 frequenta la facoltà di giurisprudenza a Roma, non riuscendo però a conseguirne la laurea. Gli viene assegnato un posto di istitutore presso Tivoli ma, conseguentemente alla guerra e alla morte del padre, avvenuta lo stesso anno, decide di tornare nel suo paese natale.

Ben conoscendo il dramma dei contadini meridionali e avendo fatto sue le indicazioni e i consigli del padre, pur continuando gli studi (prima a Napoli, poi a Bari) inizia un'intensa attività sindacale che sfocia nell'iscrizione al Comitato di Liberazione Nazionale, al Partito Socialista Italiano e nella fondazione della sezione tricaricese del suddetto partito. Nel 1946, all'età di ventitré anni, viene eletto sindaco di Tricarico e nello stesso anno incontra per la prima volta Manlio Rossi Doria e Carlo Levi, che Rocco indicherà come suo mentore.

Nel 1950 è accusato di concussione, truffa e associazione a delinquere dai suoi avversari politici e per questo costretto al carcere per 45 giorni circa (nella cella n.7 del vecchio carcere di Matera, oggi a lui intitolata). Quando la cospirazione politica che aveva avanzato l'accusa diventa chiara Scotellaro viene assolto con formula piena per non aver commesso il fatto. A causa di questa vicenda, unita alla delusione scaturita dalla non elezione a livello provinciale, abbandona l'attività politica per dedicarsi maggiormente a quella letteraria, senza trascurare il suo impegno per i diritti del popolo meridionale.

Uscito dal carcere, si reca a Venezia per il convegno su "La Resistenza e la cultura in Italia", dove incontra Amelia Rosselli, figlia di Carlo Rosselli che ammira molto. Una relazione intensa nasce tra i due poeti, che durerà fino alla morte di Scotellaro.

Nello stesso anno accetta la proposta di Manlio Rossi Doria per un incarico all'Osservatorio Agrario di Portici, dove compie ricerche e studi sociologici, oltre ad un'inchiesta sulla cultura e sulle condizioni di vita delle popolazioni del sud per conto della casa editrice Einaudi. Tale inchiesta fu interrotta dalla sua morte improvvisa, il 15 dicembre 1953, stroncato da un infarto, a soli 30 anni.

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