Accogliere chi scappa dalla guerra presuppone una predisposizione all'aiuto dell'altro e alla condivisione e comporta un impegno, non soltanto dal punto di vista logistico, ma anche di organizzazione della vita di chi si accoglie in un paese straniero, con incombenze burocratiche, risposta a bisogni materiali, sostegno nel reinserimento in una comunità diversa da quella di origine.
In tutto questo la comunità grugliaschese si sta distinguendo positivamente: non soltanto per la disponibilità all'accoglienza, ma all'accompagnamento, alla condivisione alla fornitura di beni materiali e di servizi, di occasioni e attività per il tempo libero, che, se non sono di prima necessità, lo sono comunque per ricominciare a vivere in una nuova normalità e in una nuova realtà.
Da lunedì 4 aprile abbiamo iniziato a pubblicare la rubrica quotidiana “Grugliasco per l'Ucraina - Storie di accoglienza e di comunità" nella quale vogliamo raccontare le storie degli ospiti ucraini che decideranno di aprirsi con noi per farci conoscere la loro realtà e il loro sentire, ma anche i gesti di volontari, commercianti, società sportive, associazioni, singoli cittadini che hanno deciso di mettere a disposizione di queste persone qualcosa di se stessi: dall'erogazione di un servizio, al proprio tempo. Una fotografia di quello che sta succedendo da qualche settimana nella nostra città e che ci consegna l'immagine di una comunità davvero solidale.
Pubblicheremo una storia al giorno, dal lunedì al venerdì, sui siti web del Comune, sulla pagina Facebook “Città di Grugliasco”, sul quindicinale dell'Amministrazione Ingrugliasco15 e sul canale Telegram.
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La solidarietà nei confronti degli ucraini scappati dalla guerra non significa soltanto accoglienza presso le proprie abitazioni. Sono molte le necessità delle persone che hanno lasciato la loro casa in Ucraina e oggi devono ricominciare e altrettanti sono i servizi che i commercianti grugliaschesi stanno mettendo a loro disposizione. Oggi raccontiamo di come, grazie all'intervento di Roberto e Valeria Fiorio, titolari del negozio di fotografia “Foto Mazzotta”, gli ucraini che si sono stabiliti a Grugliasco possano fare gratuitamente le fotografie da produrre per ottenere i documenti e legalizzare la loro permanenza sul territorio italiano secondo quanto prevede al normativa. Un primo gruppo di persone è andato il 30 marzo, dopo aver compilato in Comune, in sala consiliare, i documenti necessari.
STORIA 3 - OLGA - 6 APRILE 2022
Olga ha lasciato l'Ucraina l'8 marzo scorso, partendo da Cherkassy a 180 chilometri da Kiev, quando, cominciate le ostilità, il marito le ha detto che non era sicuro per lei e i figli: «Ci ha chiesto di andarcene – racconta – e noi, con dolore, siamo partiti. Lui come tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni è dovuto rimanere lì, perché non li lasciano uscire. E inoltre lì abbiamo la casa, il lavoro e tutto rimane in Ucraina». La commozione per una fuga necessaria è inevitabile. Olga è venuta in Italia con i due figli: Ivan, il più grande di 18 anni e Tima di 12. «Entrambi vanno a scuola in Ucraina e adesso Tima va alla “66 Martiri”, mentre Ivan è in Dad con la sua scuola in Ucraina. Io avevo la mia attività: mi occupavo della produzione di prodotti in granito». E alla domanda su come si riesce ad accettare di dover andare via dal proprio paese, la risposta rende superfluo qualunque commento e persino parole di conforto risulterebbero fuori luogo: «Affinché i bambini non piangano nei rifugi antiaerei e dormano tranquilli la notte...ecco perché siamo qui».
Quanto può essere difficile chiudere in una o due valigie tutta la propria vita per scappare dalla guerra? E quanti vestiti ci possono stare in una borsa da viaggio? Molti ucraini sono scappati con quello che avevano addosso, altri con un cambio, certo cose non sufficienti per “ricominciare” a condurre una vita il più possibile normale. «Il 12 marzo il sindaco e sua moglie sono venuti in negozio, accompagnati da 8 persone, tra cui anche bambini – racconta Luigina Ceccato, che insieme alla sorella Gemma è titolare del negozio “Pizzi e Capricci” - Erano molto imbarazzati e, quasi a forza, abbiamo dovuto convincerli a prendere più di un paio di calze o una maglia di ricambio e un leggins». Alla fine, spinti dalle due commercianti e dagli accompagnatori, hanno accettato di prendere dell'intimo, alcune paia di calze, appunto dei leggins e una maglia di ricambio in modo da poter sostituire ciò che indossavano. «Quando sono entrati, in negozio c'era una cliente, che ha deciso di pagare una parte di ciò che è stato dato loro e che noi avevamo già scontato in modo da facilitare la scelta e, man mano, anche altri clienti, trovandosi lì, hanno lasciato offerte per coprire il costo dei capi. Dobbiamo dire che le nostre clienti si sono dimostrate davvero sensibili e le ringraziamo». La cifra mancante è stata coperta dal negozio stesso. «Ci ha colpite l'umiltà di queste persone, che davvero non volevano approfittare, anzi, erano restie ad accettare di prendere qualcosa, anche se necessario. Mia sorella e io abbiamo visto sui loro volti il significato della guerra e, nelle loro parole, abbiamo risentito i racconti sulla guerra a Grugliasco, che ci facevano i nostri genitori. L'incontro con loro è stata un'esperienza di vita che non dimenticheremo facilmente... non riuscivamo neppure a guardarci negli occhi, perché ci veniva da piangere».
STORIA 6 - NADIA - 11 APRILE 2022
Nadia è arrivata a Grugliasco con i suoi 3 figli e un nipote, il figlio della sorella che lavora in un ospedale in provincia di Odessa e,come tutto il personale sanitario in servizio, non è potuta partire. È partita da Odessa in treno, è passata in Romania, fermandosi lì qualche giorno, per poi andare a Vienna, rimanervi qualche giorno e alla fine arrivare a Milano l'11 marzo. A Grugliasco è arrivata con la Croce Rossa. In Ucraina ha lasciato il proprio lavoro di direttrice dell'ufficio casa di Odessa, anche se adesso era in maternità. «Le prime due settimane di guerra non pensavamo sarebbe stata una cosa lunga, né di andare via – racconta ancora incredula nell'espressione - Poi sentivamo sempre le sirene e dovevamo andare nel seminterrato, allora abbiamo deciso di andare all'estero. Intanto si diceva che non sarebbe stata una guerra lunga...che il 14 marzo sarebbe finita». Nadia e i ragazzi arrivano a Vienna, dove si fermano due giorni, non sapendo bene dove fosse meglio registrarsi. «Adesso stiamo bene – sorride e cerca di pensare a cosa potrebbe nascere di positivo da questa terribile situazione - La preoccupazione è l'istruzione dei figli e anche quando eravamo in Ucraina si parlava di mandarli all'estero a studiare... Magari, questa si rivelerà una svolta e offrirà ai mii figli un'opportunità, visto che sono già qui».
Essere e sentirsi in ordine è importante anche quando si scappa da una guerra in fretta e furia; e, a volte, una “coccola”, magari per i più piccoli, può aiutare in momenti simili, trovandosi lontani da casa e all'improvviso sprovvisti di tutto... Sono queste alcune delle considerazioni che hanno spinto Laura Rossi, parrucchiera grugliaschese e titolare di “Laura Rossi studio parrucchieri”, che, per pochissimi metri dal confine, ha da 20 anni il negozio nella vicina Collegno a proporre direttamente al sindaco Roberto Montà di offrire gratuitamente la propria esperienza e quella dei suoi collaboratori agli ospiti ucraini. «Mi è venuto spontaneo – racconta – Ho letto che erano ospitati in centro qui da noi e ho pensato che magari anche soltanto un taglio, una piega, qualche treccina per una bimba...insomma un momento per sé potesse essere gradito e di conforto».
E così i primi due “clienti” sono arrivati... accolti con un cabaret di dolci e lo staff a disposizione: Sasha, e la sorella, Vlada, accompagnati dalla mamma, hanno deciso di tagliare i capelli... e in questa settimana la loro mamma andrà a fare il colore. «Per ora facciamo il taglio ai ragazzi – ribadisce – poi sono disponibile per qualunque cosa. Mi fa piacere se sono contenti...questi è l'importante».
STORIA 7 - LAURA ROSSI - 12 APRILE 2022
Essere e sentirsi in ordine è importante anche quando si scappa da una guerra in fretta e furia; e, a volte, una “coccola”, magari per i più piccoli, può aiutare in momenti simili, trovandosi lontani da casa e all'improvviso sprovvisti di tutto... Sono queste alcune delle considerazioni che hanno spinto Laura Rossi, parrucchiera grugliaschese e titolare di “Laura Rossi studio parrucchieri”, che, per pochissimi metri dal confine, ha da 20 anni il negozio nella vicina Collegno a proporre direttamente al sindaco Roberto Montà di offrire gratuitamente la propria esperienza e quella dei suoi collaboratori agli ospiti ucraini. «Mi è venuto spontaneo – racconta – Ho letto che erano ospitati in centro qui da noi e ho pensato che magari anche soltanto un taglio, una piega, qualche treccina per una bimba...insomma un momento per sé potesse essere gradito e di conforto».
E così i primi due “clienti” sono arrivati... accolti con un cabaret di dolci e lo staff a disposizione: Sasha, e la sorella, Vlada, accompagnati dalla mamma, hanno deciso di tagliare i capelli... e in questa settimana la loro mamma andrà a fare il colore. «Per ora facciamo il taglio ai ragazzi – ribadisce – poi sono disponibile per qualunque cosa. Mi fa piacere se sono contenti...questi è l'importante».
STORIA 8 - AGAMUS - 13 APRILE 2022
Scappare dalla guerra significa non soltanto lasciare la propria casa, ma anche il proprio lavoro, le proprie abitudini, i propri hobby e interessi.. insomma la “vita di prima”, che deve poter ricominciare nel posto in cui ci si stabilisce, o almeno cercare di essere simile alla precedente. È per questo che molte associazioni e attività grugliaschesi si stanno proponendo per offrire ai cittadini ucraini ospiti in città le più svariate attività. Tra queste l'associazione “Agamus” (Associazione Giovani Amici della Musica” che si rende disponibile per offrire gratuitamente la possibilità di fare musica a chi, a livelli e titoli diversi, la faceva in Ucraina o, semplicemente a chi abbia piacere di partecipare a momenti di musica in compagnia. «Ci rivolgiamo sia a chi abbia bisogno di continuare a fare musica perché già studiava o lavorava in questo campo lì in Ucraina – spiega il presidente Gianluca Nosenzo – ma anche a chi voglia partecipare alle nostre attività musicali per cantare o suonare insieme. Nel primo caso, ovviamente, dovremo capire quali siano le esigenze, perché, per esempio, se chi chiede stava studiando e deve continuare a farlo, bisognerà proporre un insegnante adeguato alla richiesta, e così via, caso per caso. Le lezioni, ovviamente, sarebbero a carico dell'associazione. Chi volesse può rivolgersi direttamente all'associazione e cercheremo di comprendere l'esigenza e di soddisfarla per quanto possibile». Per chi fosse interessato: Agamus tel. 011 7802878 (lunedì 17-19; mercoledì-venerdì 17-19; chiuso martedì); Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
STORIA 9 - PALAVILLAGE - 14 APRILE 2022
Ricominciare a vivere cercando normalità significa anche impiegare il tempo libero e riprendere piano piano la vita sociale, anche se in un luogo diverso da quello a cui si è abituati stare. È per questo che le realtà del territorio si stanno muovendo, ciascuna nel proprio settore, per offrire agli ucraini costretti a scappare dalla loro terra a causa della guerra, diverse possibilità per partecipare ad attività sportive, ricreative e sociali. Il “Palavillage” di viale Lucio Battisti si muove su più fronti: per tutto il mese di aprile devolverà 2 euro ogni prenotazione di campi da padel e beach volley per l'emergenza ucraina, che saranno poi versati sul conto corrente aperto dal Comune. «Al momento siamo sui 250-300 euro al giorno – spiega il direttore generale del “Palavillage” Stefano Capello – quindi direi che l'iniziativa sta andando bene». Ma non è l'unica: infatti i bambini ucraini che lo desiderano sono ospitati gratuitamente sui campi e nella struttura del Palavillage anche solo per stare con gli altri e, se gradiscono, possono anche frequentare gratuitamente i corsi: «Ad esempio abbiamo una bambina che partecipa al corso di padel, ma ce ne sono altri che vengono anche soltanto per fare merenda tutti insieme e trascorrere del tempo in compagnia. Abbiamo pensato di offrire loro la possibilità di partecipare, sempre gratuitamente, alla nostra “Pasqua Ragazzi”, una specie di centro estivo organizzato in occasione delle vacanze scolastiche pasquali, in modo che possano stare con altri bambini e ragazzi della loro stessa età e socializzare divertendosi».
STORIA 10 - COOPERATIVA PARADIGMA - 15 APRILE 2022
A due giorni dalla Pasqua e i bambini ucraini ospiti a Grugliasco dovranno viverla lontano dalla propria casa e dai propri amici. Ancora una volta la comunità grugliaschese si è attivata spontaneamente per fare loro almeno una piccola coccola, un gesto che gli faccia vivere la Pasqua il più serenamente possibile. Una famiglia sostenitrice della cooperativa “Paradigma”, realtà che opera sul territorio con i ragazzi disabili, ha acquistato cinque uova di Pasqua, di quelle che la cooperativa vende allo scopo di raccogliere fondi, per donarle ai bambini ucraini che si trovano in città e che sono arrivati attraverso la Protezione Civile: «Le uova sono quelle che noi ogni anno facciamo realizzare con all'interno la sorpresa fatta a mano dai nostri ragazzi – spiega Laura Disabato, coordinatrice del centro diurno “Capolavoro” gestito dalla cooperativa “Paradigma” - e questa famiglia ha deciso di comprarle chiedendoci poi di farle avere, tramite il Comune, ai bambini ucraini».
STORIA 11 - LA TAVOLOZZA - 19 APRILE 2022
Solidarietà, attenzione all'altro, rispetto delle differenze e delle diversità: tutti elementi base dell'inclusione sociale e del voler sostenere e aiutare l'altro. In questa fase di emergenza, con persone che scappano dalla guerra e sono costrette ad abbandonare le proprie case, i propri beni, tutto quello che conoscevano fino a ieri, anche progetti già in atto sul territorio sono stati in parte rivolti ai nuovi ospiti della comunità grugliaschese. È quanto è successo al progetto #nonsiamoluoghicomuni, promosso dalla cooperativa “Il Margine” e da tutte le realtà che ne fanno parte... e così il servizio “La Tavolozza”, che ha sede a Grugliasco, ha deciso di devolvere quanto raccolto tramite l'iniziativa agli ospiti ucraini in città, versando la somma sul conto corrente aperto dal Comune in favore dell'emergenza ucraina. «#nonsiamoluoghicomuni vuole creare un circuito di solidarietà al femminile per sostenere donne considerate “fragili” per via della loro condizione fisica, mentale e sociale – spiega Lara Beccaria de “La Tavolozza” - Abbiamo realizzato con volontari, mamme e operatoti dei braccialetti di fettuccia neri con un punto rosso ricamato a mano...sono uno differente dall'altro ovviamente proprio per rappresentare le diversità e poi abbiamo chiesto 2 euro di offerta simbolica a braccialetto, anche mettendo il banchetto davanti alla nostra sede di via La Salle. Inizialmente il ricavato sarebbe dovuto andare a favore del “latte sospeso” per donne in difficoltà economica, ma nel frattempo, abbiamo saputo dell'arrivo di mamme ucraine con bambini a Grugliasco e del fatto che erano ospiti qui e che in tanti si stavano iniziando a chiedere come contribuire. Abbiamo scritto al sindaco, che ci ha informato dell'esistenza del conto corrente dedicato all'emergenza ucraina e così abbiamo deciso di devolvere i 354 euro raccolti con le offerte a loro, utilizzando l'Iban indicato dal Comune. Non è molto...ma abbiamo voluto contribuire in qualche modo alle loro necessità, considerando che adesso fanno parte di questa comunità e che sicuramente si trovano in difficoltà economica, oltre che lontane dai luoghi che conoscono e con il peso di dover ricominciare tutto daccapo altrove».
Lo si è detto ormai diverse volte: le necessità di chi scappa da una guerra sono innumerevoli e, tra queste, ci sono i beni primari come il cibo, i vestiti, le scarpe, i medicinali e molto altro. Oggi raccontiamo un altro esempio di come i commercianti grugliaschesi si siano attivati per aiutare, offrire un contributo, un aiuto materiale a queste persone arrivate in città all'improvviso e senza poter portare molto con sé.
La titolare di Angi's shoes, Angela Valentino, appena saputo dell'arrivo a Grugliasco delle prime famiglie mandate dalla Protezione civile, ha contattato il sindaco e gli ha proposto di portarle nel suo negozio di scarpe in via Arduino per offrire loro gratuitamente le calzature. «Ho pensato che dovevano avere bisogno di scarpe e li ho invitati a venire – racconta – Erano una decina di persone. Mi ha colpita moltissimo la loro umiltà. Il fatto che non volessero assolutamente approfittare della mia offerta, anzi... le mamme non volevano nulla per sé, per loro bastava che prendessero un paio di scarpe le figlie e i figli. Abbiamo dovuto insistere perché si servissero anche loro e, dirò di più... io non ho messo vincoli alle loro scelte, potevano prendere ciò che più desideravano... tuttavia, non si sono indirizzati su articoli di marca, ma solo su ciò di cui avevano realmente bisogno e questo mi ha fatto molto riflettere su come si debbano sentire nel loro animo».
«È stata una bellissima esperienza. Mamma e bimba sono state coccolate con delicatezza. Alla bimba è stato fatto anche un regalino con dedica commovente. La mamma sembra un'altra, con il sorriso e dieci anni in meno. Grazie di cuore alla parrucchiera Mary e al comune di Grugliasco per il supporto». Sono le parole con cui Cristina, cittadina grugliaschese che ospita insieme alla propria famiglia Olena con la sua bimba di 12 anni Oksana, ringrazia la parrucchiera Mary di via Tiziano Lanza per aver offerto loro gratuitamente la propria abilità. Olena e Oksana sono arrivate il 28 marzo scorso da Makariv, grazie a un gruppo di persone che si è recata in un campo profughi in Polonia e, attraverso contatti con avvocati locali, ha portato in Italia 16 persone, due cani e un gatto, a bordo di quattro pulmini. «Avevamo dato la nostra disponibilità ad accogliere attraverso il sito della Regione Piemonte – spiega Cristina – Ma poi siamo entrati in contatto con questo gruppo di amici che ha fatto questo viaggio e quindi siamo riusciti a ospitare Olena e sua figlia». Adesso la città di Makariv sembra relativamente tranquilla, ma, quando è cominciata la guerra è stata una delle prime a essere bombardata e Olena e Oksana si sono rifugiate in una città del nord dell'Ucraina per un mese, per poi, grazie ai volontari della Croce Rossa, passare nel campo profughi in Polonia, da cui sono poi arrivate qui. E qui, adesso vivono con Cristina e la sua famiglia, occupando la stanza libera dal figlio che studia fuori e condividendo con loro una nuova quotidianità, fatta anche di gesti di generosità, come quello della parrucchiera Mary e quello di Monica, titolare della pizzeria “Ciapa Sì”, che, saputo che delle due ospiti ucraine, ha offerto la pizza a tutta la famiglia. Olena, inoltre, dal secondo giorno, ha seguito i corsi di italiano offerti da Cpia e dalle insegnanti volontarie in collaborazione con il Comune: «Grazie anche alla scuola “66 Martiri” - conclude Cristina - a preside e vicepresidi, che hanno accolto Oksana con attenzione e disponibilità, venendo incontro alle sue esigenze con grande elasticità. Abbiamo saputo da pochissimo, inoltre, che Oksana potrà frequentare il corso di hip hop a “La Cubanita” e ringraziamo anche loro».
STORIA 21 - L'ORTO CHE CURA - 4 MAGGIO 2022
La solidarietà verso gli ucraini colpiti dalla guerra è scattata immediatamente tra i grugliaschesi. Lo si è visto con la quantità di generi di prima necessità raccolti e trasportati dai Vigili del Fuoco Volontari, con le raccolte fondi, con i servi offerti a quanti in questo momento si trovano nella nostra città. Si sono mossi tutti: associazioni, aziende, privati cittadini... anche la “Cubanita Dance”, associazione che propone da anni corsi di danza sul territorio grugliaschese si è immediatamente attivata, dapprima per raccogliere materiale da inviare, in secondo luogo attraverso un'iniziativa finalizzata alla raccolta di fondi da inviare a beneficio di quanti sono rimasti lì e, infine, pensando a chi è qui e si sforza di cercare un po' di normalità. «Abbiamo organizzato un pomeriggio “Jump to help for Ucraina” lo scorso 3 aprile con l'obiettivo di raccogliere fondi – racconta la presidente Roberta Malvito – L'idea ci è venuta perché una nostra insegnante di kangoo jump, Liliana Pal, ha due amiche insegnanti di kangoo jump a Kiev che sono dovute andare via e hanno perso tutto...la scuola... tutto. Perciò ha chiesto se si poteva fare qualcosa, qualche raccolta per aiutare chi invece è rimasto lì. Così abbiamo pensato di organizzare un pomeriggio in cui chiunque poteva venire alla scuola e provare gratuitamente per mezz'ora una delle discipline che che abbiamo: latino-americano, danza moderna, kangoo jump, hip hop, pilates, pole dance, tai chi, circuit training, bungee fly, bioenergiae danze popolari rumene. Abbiamo avuto attività dalle 14 alle 19 a fronte di un contributo libero. Siamo riusciti a raccogliere 710 euro che abbiamo inviato a un'associazione che si occupa di aiuti umanitari direttamente in Ucraina». Ma non è finita qui, infatti, qualche giorno fa il sindaco ha contattato la presidente per chiedere la disponibilità a far frequentare un corso di pole dance a una bimba ucraina ospite a Grugliasco: «Ho detto immediatamente di sì e adesso abbiamo sia una bimba che fa pole dance che una che fa hip hop e, comunque, chi volesse, tra gli ospiti ucraini, frequentare qualche nostro corso, anche tra gli adulti, sarà il benvenuto». Un'ulteriore possibilità quella dei corsi gratuiti di danza per cercare di riprendere consuetudini che si avevano nel proprio paese e che, qui, per forza finora sono mancate. E questo grazie al forte e radico senso di solidarietà della comunità grugliaschese. «Devo dire che tutti coloro che collaborano con la nostra associazione si sono resi immediatamente disponibili e sono contenti di poter aiutare», conclude.
Chi volesse avere informazioni sui corsi potrà consultare il sito www.lacubanitadance.net, oppure telefonare a Roberta 349 6437344.